Parlo senza fucilare
la mia parola è un buco
in cui il mondo può gorgheggiare
Il mio silenzio è il solo sostegno
lo faccio oscillare
per differenziare il mio disdegno
Nella metafora localizzo
un piacere
da far saltare le cerniere
promessa che vocalizzo
dalle ringhiere
Lo scorrimento
spezza le sue classi e i suoi clan
davanti al nuovo vocabolo
che aggiusta il solco del momento
la situazione si tasta e
si esamina
gioco di pazienza
sorridendo alla rovina
Il verbo
segue senza sosta delle deviazioni
rivoluzione costante
alla soglia delle approvazioni.
-H. Bouraoui-