
Erro.
Io sono un errore.
Non mi colloco
tra le radici
dell’albero materno.
Espulsa.
Erro.
È il mio familiare destino.
Io sono migrante
un errante errore.
Mi separo, cedo
taglio:
sono assenza.
Abito
un dolore morto.
Annegando
in quel luttuoso mare
nuovo, primordiale utero, riemerge
l’essenziale.
Sono essenza.
È la mia appartenenza
e la mia via:
errore-errare-assenza per essenza.
-Rita Inglese-