
Virgilio, Eneide I 538-543
Huc pauci vestris adnavimus oris. Quod genus hoc hominum? quaeve hunc tam barbara morem
permittit patria? hospitio prohibemur harenae;
bella cient primaque vetant consistere terra.
si genus humanum et mortalia temnitis arma,
at sperate deos memores fandi atque nefandi.
Qui, in pochi, nuotammo alle vostre spiagge.
Che razza di uomini è questa? O quale patria così barbara permette simile usanza? Ci negano il rifugio della sabbia; dichiarano guerra e ci vietano di fermarci sulla terra più vicina.
Se disprezzate il genere umano e le armi degli uomini, temete almeno gli Dei, memori del bene e del male.
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L’attualità dei versi di Virgilio conferma quel che Calvino sosteneva e , cioè , che un classico è tale perché non ha mai finito di dire quel che ha da dire…ma conferma anche che non li ascoltiamo mai
L’esercito dei nefandi 27.1.19 (giorno della memoria)
Huc pauci vestri adnavimus oris.
Quod genus hoc hominum?
Quaeve hunc tam barbara morem
permittit patria? Hospitio proibemur harenae;
bella cient primaque vetant consistere terra.
Si genus humanum et mortalia temnitis arma,
at sperate deos memores fandi atque nefandi. (Virgilio, Eneide I, 538-543)
Qui, in pochi, nuotammo alle vostre spiagge
Che razza di uomini è questa?
O quale patria così barbara
permette simile usanza?
Ci negano il rifugio della sabbia;
dichiarano guerra e ci vietano
di fermarci sulla terra più vicina.
Se disprezzate il genere umano
e le armi degli uomini, temete almeno
gli dei, memori delle belle azioni
e delle nefande.
Getto in fondo al mare poche parole antiche.
Gettate a mare quel gran cane di salvini
e il visetto di ratto pulito del di maio!
L’esercito dei nefandi incontrerà in fondo al mare
l’esercito dei perfetti che sono tutti in fondo al mare.
Non c’è una fila di croci bianche da onorare
sono svaniti i corpi, svaniscono i corpi dei perfetti
nella polvere muta o nel bianco sale.
In fila come croci bianche andavano alla propria cenere
e c’erano tra loro un pappone, un delinquente, un bambino,
un terrorista, una donna incinta, una coppia di gemelli,
il loro zio. Non tutti giusti come i giusti in fondo al mare.
Polvere muta e bianco sale riconsacrano tutti
per effetto d’innocenza stesa su tutti
come fosse un funerale, un lenzuolo per i nudi.
Nell’esercito dei perfetti in fondo al mare
c’erano un pappone, un delinquente, un bambino,
un terrorista, una donna incinta, perfino una puttana,
una coppia di gemelli, il loro zio.
Dite ai nefandi che stiano pure in santa pace
non tutti i perfetti erano giusti!
un messaggio di forte attualità che scuote l’animo e lo rinsalda in tempi così critici in cui occorre essere pronti a difendere valori universali
egreg. Donna Rosanna Rutigliano Come può pensare di ospitare tutto il continente africano?
Non una parola per i disagiati italiani per i terremotati marchigiani per la signora sfrattata dalla sua casetta di legno costruita dai parenti a loro spese ? Se la casetta fosse stata occupata dagli extra comunitari oppure dagli zingari nessuno avrebbe avuto nulla da dire
Per una questione di dimensione, sig. Capozzi. Io ho perso la casa nel terremoto. E se fossero centinaia, migliaia gli sfrattati per fare posto ad altri abusivi parleremmo anche di quelli, con nomi e cognomi. E sono centinaia, migliaia coloro che cercano riparo e miglior fortuna nelle spiagge di questo paese, e ancora di più quelli che, dopo aver salutato padre e madre, ne abitano il fondo del mare.