IL PROGETTO

L’idea del progetto di un Requiem per le Genti del Mediterraneo si fa strada nei mesi di febbraio e marzo 2015, davanti allo sgomento per le centinaia di vittime morte nel Mediterraneo, corpi accatastati uno sull’altro. Di fronte a quell’indicibile dolore, il silenzio in cui eravamo immersi cominciò a sembrarci folle. Così, abbiamo voluto dare forma e voce al dolore muto di quei mesi lavorando a un progetto artstico culturale che prevede un Concorso nazionale di composizione “Requiem per le genti del Mediterraneo”, finalizzato alla realizzazione di un brano per coro e orchestra d’archi per ricordare le vittime degli sbarchi. Il nostro modo per celebrare un rito collettivo, per i sopravvissuti e per rompere il silenzio sulle centinaia di morti sul fondo del mare. Una composizione per lenire in un abbraccio caldo il dolore su ogni sponda del Mediterraneo, per costruire speranza e solidarietà, dando visibilità alla nostra capacità di essere donne e uomini diversi, eppure capaci di ergerci uno di fronte all’altro disponibili, aperti e rispettosi.
Abbiamo chiesto il sostegno di amici e colleghi che hanno risposto al nostro appello moltiplicando risorse e capacità che credevamo all’inizio impossibili.
Il Comitato Promotore sta raccogliendo il consenso di compositori, direttori d'orchestra, coristi ed esponenti del mondo culturale nazionale. Vorremmo il testo scritto da un poeta e tradotto in diverse lingue che utilizzi la forza evocativa del Requiem per raccontare una storia, la storia dei migranti e di chi li accoglie. Una riflessione e una preghiera aconfessionale capace di parlare a tutti. “Requiem per le genti del Mediterraneo” nasce dal senso di appartenenza ad una umanità dolente in cerca di speranza e di senso.

Abbiamo formulato una proposta culturale semplice, dedicata agli amici ed a tutti coloro che condividono la passione per la musica ed il canto corale ed ai colleghi di lavoro, al gruppo di psicoterapeuti che collaborano a molti progetti sociali, ed a chi vorrà unirsi a noi.

Per riunirci in un rito collettivo, luogo collettivo, dove ricordando i morti, celebriamo la vita, perché vogliamo tenere viva l’attenzione di chi potrebbe interrompere questo massacro muto, nascosto dalle acque del Mediterrane0.
Il nostro modo di chiedere aiuto per contenere la sofferenza, lo sgomento ed il senso di impotenza di tanti.

PERCHE’